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Immagine del redattoreGeneroso De Cristofaro

Il tampone nasale per la ricerca del coronavirus, in cosa consiste?

Da mesi sentiamo parlare di tampone nasale/rinofaringeo per la ricerca del coronavirus.

Tanti di noi hanno dovuto farlo, altri si chiedono in cosa consista per semplice curiosità o perché dovranno farlo a breve....spieghiamo in semplici parole in cosa consiste.

Il tampone nasale o rinofaringeo (chiamato così perché il tampone deve arrivare fino in rinofaringe per una sua corretta esecuzione, parliamo della regione posteriore al naso, al di sopra del palato molle) viene normalmente eseguito per ricercare specie batteriche, virali o fungine che possono colonizzare il naso e le vie aeree superiori (così come fa il coronavirus).


Ma come si effettua?

Si utilizza un bastoncino sterile molto simile ad un cotton fioc, che viene inserito nella narice del paziente con il capo leggermente inclinato all’indietro.

Il bastoncino viene indirizzato sul pavimento della fossa nasale, cioè nella parte più bassa del naso, in maniera perpendicolare al viso (non si va verso l’alto come tanti pensano) penetrando in profondità per pochi centimetri per arrivare in rinofaringe. A questo punto l’operatore effettua una gentile rotazione del bastoncino per prelevare il materiale biologico (muco e secrezioni) e poi fuoriesce lentamente dal naso.


È fastidioso, doloroso?

Certo non è piacevole. Può essere anche leggermente doloroso in chi ha un naso già congestionato di base, chi ha deviazioni del setto nasale o ipertrofia dei turbinati. Ma in ogni caso è sopportabile, anche perché non dura più di 15 secondi.

Il materiale biologico una volta prelevato, viene analizzato con ricerca molecolare di componenti del virus (es. RNA virale specifico) oppure messo in coltura su una piastra se bisogna cercare batteri o funghi.


Il rischio di complicanze da tampone nasale è pressoché nullo, tante paure o timori diffusi in giro riguardo questa semplicissima procedura sono totalmente infondati.

Piuttosto, concentriamoci sul prevenire la diffusione dell’infezione, in modo da evitarci sia il fastidio di un bastoncino nel naso, ma anche soprattutto le possibili gravi conseguenze che questa insidiosa malattia può determinare.


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